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Per problemi complessi non esistono soluzioni semplici. Per il nodo di Bologna occorre uscire dalla logica emergenziale che si è seguita fin qui e che funziona grosso modo così: per anni e anni non si fa nulla o ci si limita a mettere toppe (vedi terza corsia dinamica), poi improvvisamente ci si accorge che è urgente fare “qualcosa”, e allora si scatena la rincorsa a soluzioni improvvisate e dettate dalla contrapposizione politica o da interessi particolari più che da un’analisi approfondita del
problema.
A noi non interessano le soluzioni improvvisate, le toppe, la contrapposizione sterile fra un Passante di qua o un Passante di là. Non ci interessa fare “qualcosa” con le risorse di tutti e nell’interesse di pochi, ma fare le cose giuste, cioè quelle che tutelano gli interessi pubblici primari e garantiti dalla Costituzione, in primis la salute e l’ambiente.
Noi siamo quelli che vogliono fare molto e bene. Non ci piacciono classi dirigenti politiche e imprenditoriali che oscillano fra il non fare niente per decenni e il fare “qualcosa” secondo la convenienza di qualcuno. Non ci accontentiamo di contrapposizioni ideologiche o di tentennamenti tattici. 
A chi si candida a governare la nostra Regione chiediamo molto di più.